- La città
(In aramaico Magdala; in ebraico Migdal; in arabo Qaryat Al Majdal: “torre”; Giuseppe Flavio la chiama in greco Tarichea: “pesce salato”).
Magdala in epoca antica fu un importante centro amministrativo e commerciale localizzato più in prossimità del lago rispetto alla moderna Migdal; e menzionata nelle fonti evangeliche e nel Talmud. Conobbe un significativo sviluppo urbanistico tra il II sec. a.C. e il I sec. d.C., dapprima sotto l’amministrazione asmonea e poi con la dinastia di Erode. Giuseppe Flavio cita la violenta battaglia (66-67 d.C.) condotta contro di essa da Vespasiano e Tito allo scopo di reprimere il focolaio di rivolta giudaica (Guerra giudaica III, 10,3). Nel 363 un devastante terremoto distrusse quasi totalmente la città e causò l’esodo di gran parte della popolazione. Tuttavia, un secolo più tardi, si ha la testimonianza di una presenza monastica con un santuario cristiano. Magdala ridiventò così meta di pellegrinaggio. Il pellegrino Teodosio (VI sec.), ad esempio, compie una sosta a Magdala prima di giungere a Cafarnao e la descrive come il luogo «dove e nata Maria» (di Magdala, appunto). Il monaco Epifano (IX-X sec.) visita la chiesa «nella quale si trova la casa di Maria». Nel XVII sec. Magdala era ridotta a un cumulo di rovine. Solo nel secolo scorso i francescani della Custodia di Terra Santa iniziarono gli scavi archeologici; ancor più recentemente, in una zona limitrofa, i Legionari di Cristo hanno aperto un cantiere per costruire un centro culturale e un albergo. Gli scavi moderni, di grande importanza, hanno portato alla luce una parte dell’antica città: una parte dell’antico porto, magazzini per l’industria del pesce, strade romane, un acquedotto, la torre d’acqua (in cui veniva conservata l’acqua potabile), una villa romana, due sinagoghe (una delle quali e considerata la più antica sinagoga d’Israele, risalente al I sec d.C.), un complesso termale e persino profumi, unguenti e prodotti cosmetici ancora sigillati.